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I gruppi di coprogettazione 2025 prendono forma

La direzione scientifica del Convegno delle Stelline 2025 “Biblioteche oltre. I nuovi territori dell’interdisciplinarità” ha dato il via ai gruppi di coprogettazione.


I gruppi di lavoro, così come l’intero palinsesto del convegno, affrontano prevalentemente tematiche trasversali, vale a dire non riferibili a specifiche tipologie ma di interesse per ogni bibliotecario, sia esso pubblico che accademico.

La progettazione dei gruppi è ancora in corso. È possibile inviare le proposte fino

al 6 settembre 2024. Invia la tua proposta!


Di seguito l’elenco dei gruppi finora individuati:


  1. Transdisciplinarità e collezioni delle biblioteche: analisi e ricerche applicate Coordinamento: Sara Dinotola Il Gruppo di lavoro focalizzerà la sua attenzione sul concetto di transdisciplinarità in riferimento all’organizzazione, alla comunicazione e all’uso delle collezioni (su supporti fisici e in formato elettronico) delle biblioteche. In particolare, un tema oggetto di interesse riguarderà l’analisi delle abitudini di lettura del pubblico, al fine di capire se esse siano monodisciplinari o transdisciplinari e quanto siano influenzate dalle modalità con cui le collezioni sono presentate negli spazi delle biblioteche. Inoltre, si porteranno alla luce progetti e ricerche applicate per la messa a punto di modelli innovativi riguardanti la configurazione e la valorizzazione delle collezioni. Tali modelli possono aiutare a superare i rigidi confini tra le discipline, proponendo percorsi reticolari che connettono contenuti di diversa natura favorendo il processo di ricerca serendipica da parte delle persone.

  2. Intersezioni AI: biblioteche e discipline diverse, in dialogo. Esplorando nuovi scenari collaborativi grazie all’intelligenza artificiale Coordinamento: Anna Busa L'intelligenza artificiale sta ridefinendo i confini tra discipline diverse, creando nuovi scenari di collaborazione e innovazione. Le biblioteche sono chiamate a cogliere quelle che possono essere opportunità e ad ampliare il proprio ruolo nel mondo digitale. Questo gruppo di lavoro si propone di esplorare le intersezioni che possono crearsi grazie all’AI e le potenzialità che ne possono scaturire con altri ambiti disciplinari. In particolare, il riferimento è ai settori del marketing, della comunicazione, delle neuroscienze, della didattica e di altre discipline che potranno trovare spazio nell’ambito delle discussioni preparatorie. Come l'AI può aiutarci a personalizzare i servizi bibliotecari grazie all’elaborazione dei dati utente e all’applicazione delle nuove tecniche di marketing? In che modo le neuroscienze possono aiutare a comprendere meglio i processi cognitivi degli utenti e a rispondere meglio alle loro aspettative? Come possiamo sviluppare la collaborazione nell’ambito della didattica, creare sinergie con le scuole e diventare allo stesso tempo centri di formazione per i cittadini? Queste sono solo esempi di alcune possibili domande su cui si rifletterà. L'obiettivo finale è definire un quadro di riferimento per l'implementazione efficace dell'AI nelle biblioteche e per promuovere una collaborazione interdisciplinare che possa contribuire a una migliore diffusione della conoscenza.

  3. Bibliotecari oltre. Attitudine alla transdisciplinarità e competenze collettive Coordinamento: Maddalena Battaggia Il dibattito bibliotecario e biblioteconomico si interroga da lungo tempo su cosa il bibliotecario debba - riprendendo un’espressione di Giovanni Solimine - sapere, saper fare, saper essere. Nel corso dei decenni la biblioteca è diventata un’organizzazione sempre più complessa e le competenze richieste al bibliotecario sono cresciute contestualmente alla trasformazioni della società e alla diversificazione dei bisogni di informazione, di cultura, di intrattenimento, di approfondimento e di curiosità delle persone. A fronte di tutto questo il tavolo intende interrogarsi sulle diversificate competenze richieste oggi al bibliotecario per poter produrre un impatto sulla società a partire da due quesiti specifici: a) Il bibliotecario più che competenze transdisciplinari non deve forse possedere un’attitudine alla transdisciplinarità? b) La professione più che interrogarsi sulle competenze individuali del bibliotecario non dovrebbe riflettere sulle competenze collettive che la biblioteca richiede in quanto organizzazione complessa?

  4. Biblioteche e rigenerazione urbana Coordinamento: Antonella Agnoli – Elena Granata Alcune città hanno unito l’assessorato ai lavori pubblici con quello alla cultura. Segno che si comincia a capire che il miglioramento della qualità della vita passa anche attraverso le infrastrutture culturali e che biblioteche di nuova concezione possono diventare il cuore della comunità. Luoghi di incontro tra le persone capaci di avviare processi positivi di crescita culturale e civile, luoghi che abbattono barriere, pregiudizi, divisioni sociali. Spazi contemporaneamente pubblici e privati che potrebbero essere il punto di partenza per riqualificare un quartiere, un pezzo di città come ad esempio è accaduto con la Dokk1 di Aahrus, in Danimarca. Spazi che ci mostrano come potrebbero/dovrebbero essere le città del futuro. Luoghi che creano nuove forme di comunità, nuovi laboratori di cittadinanza. Non ci sono altri servizi culturali in grado di offrire contemporaneamente tutto questo. Biblioteche come luoghi di riflessione permanente sulla città, istituzioni che contribuiscono a migliorare la qualità dell’amministrazione e a rendere più facile e più ricca la vita dei cittadini.

  5. Indisciplinati, un gioco da ragazzi! Coordinamento: Giuseppe Bartorilla – Gabriella Marinaccio Da sempre i servizi bibliotecari  dedicati a bambini e ragazzi sono  luoghi in cui coabitano a fianco della biblioteconomia discipline e saperi che non sono soliti entrare nella cassetta degli attrezzi di bibliotecari di altre tipologie di biblioteche.Psicologia dello sviluppo, pedagogia, scienze dell’educazione, sociologia, architettura e design, marketing culturale, rappresentano solo alcuni dei territori da attraversare, obbligatoriamente e in modalità interdisciplinare, per coloro che hanno come interlocutori bambini e ragazzi e che intendono offrire servizi adeguatamente efficaci e immersi nella propria comunità di riferimento. E professionalmente i  bibliotecari per ragazzi hanno nel tempo mutuato la capacità di assorbire (quasi) per osmosi le competenze e abilità relative a discipline non biblioteconomiche, e contempo costruito solide relazioni con e tra  i professionisti che le maneggiano, creando le condizioni per una transdisciplinarità utile non solo per le biblioteche. Ma fuori dalle biblioteche under 18 che succede?  Che la biblioteconomia non basti più ormai per costruire, organizzare e gestire biblioteche moderne, pare sia un assunto già sedimentato nelle riflessioni degli operatori del mondo dei servizi bibliotecari, ma in che modo trasformare l’interazione delle discipline e le relazioni con chi le maneggia con un approccio metodologico che consenta, a partire da una gestione multidisciplinare, la costruzione di nuovi possibili modelli di biblioteche, forse è ancora da definire. Ovviamente non per le biblioteche e i bibliotecari under 18, che però, nonostante sperimentino quotidianamente il futuro, rimangono ai margini del mainstream biblioteconomico.  Quindi compito dei bibliotecari under 18 sarà proprio quello di provare a costruirsi quella reputazione che permetterebbe finalmente di essere al centro del dibattito della comunità professionale sulle sfide che aspettano le biblioteche nel futuro prossimo.

  6. Mettere le persone al centro delle biblioteche digitali: un percorso basato sulla transdisciplinarità Coordinamento Anna Maria Tammaro Viviamo in un'era di connettività senza precedenti, in cui le informazioni sono facilmente accessibili e le connessioni tra persone possono essere promosse tramite vari canali di fruizione. Le biblioteche digitali hanno molte opportunità tecnologiche di mettere le persone al centro per offrire servizi rinnovati o servizi innovativi. Le biblioteche digitali tuttavia affrontano un numero crescente di sfide che non possono essere affrontate con mezzi esclusivamente tecnologici. Gli studi sul comportamento informativo degli utenti sono nati dalla ricerca sui servizi bibliotecari nei primi anni del 1900, mentre l'interazione uomo-computer è nata dall'informatica e dall'ingegneria negli anni '60. Sebbene i due settori disciplinari della biblioteconomia e dell’informatica continuino ad essere ampiamente separati in termini di discorsi accademici, suggeriamo che si potrebbe ottenere molto di più evitando duplicazioni della ricerca e didattica. Come educatori e professionisti dell'informazione, dovremmo essere costantemente attenti alle persone soprattutto di fronte al drammatico aumento dei sistemi di intelligenza artificiale. L'evoluzione della ricerca sull’approccio partecipativo, sta dimostrando sempre di più la necessità di considerare in che modo le biblioteche digitali abbiano un impatto sulle persone.

    Il tavolo di lavoro vuole produrre  uno sforzo coordinato tra bibliotecari educatori, ricercatori e professionisti  in un'ampia gamma di settori disciplinari orientati all'informazione, tra cui informatica, ingegneria dell’informazione e scienze dell’informazione e biblioteconomia. I livelli comprendono la formazione di base per la professione, la formazione avanzata e la ricerca, nonché la formazione professionale continua.

    Obiettivo favorire la riflessione sulla priorità dell'approccio "people-first" nella didattica, nella ricerca e nella pratica professionale, promuovendo una cultura partecipativa che applica diversi modelli di coinvolgimento alle biblioteche digitali.


  7. Strumenti e strategie per imparare a insegnare Coordinamento Patrizia Luperi


    Vista la natura complessa della figura del bibliotecario educatore risultano indispensabili competenze provenienti dal mondo della didattica, della pedagogia della formazione per arrivare a delineare un profilo professionale più forte, maggiormente riconoscibile e riconosciuto, in grado di sviluppare nel suo pubblico di riferimento quelle capacità di "apprendere ad apprendere" atte a guidare autonomamente un progetto di aggiornamento continuo a livello cognitivo, operativo, etico e politico. Il tema di fondo del gruppo di lavoro sarà quello di esplorare gli strumenti più importanti e le strategie maggiormente efficaci, presenti in alcune discipline come la didattica, la pedagogia e la comunicazione, poste attualmente all’esterno del contesto biblioteconomico, con lo scopo di programmare, organizzare e mettere in atto piani di formazione sempre più personalizzati legati alla Media Information Literacy (MIL).

    Inoltre, la recente pubblicazione del Manifesto Ifla per Internet e dei 5 Principi globali per l’integrità dell’informazione delle Nazioni Unite hanno contribuito a un cambio di prospettiva per i bibliotecari scolastici, pubblici e accademici, promuovendo un approccio interdisciplinare dell’apprendimento e della ricerca dell’informazione che aiuterà il bibliotecario educatore a trasformarsi in agente di cambiamento, alla ricerca di soluzioni partecipative realmente adattate alle esigenze della comunità.


  8. Biblioteche e risorse audiovisuali al tempo della Intelligenza Artificiale: una sfida interdisciplinare? Coordinamento Anna Fiaccarini e Anna Caccia


    Gli audiovisivi nelle biblioteche occupano da tempo uno spazio importante come fonte documentale. Ci si interroga oggi a pieno titolo su come vengano costruite le collezioni, su che ruolo abbiano le biblioteche (in particolare quelle pubbliche o ad accesso pubblico e universitarie) nel mettere gratuitamente a disposizione i film del patrimonio e nella diffusione della conoscenza audiovisiva, dunque come sostegno alla didattica. Le biblioteche e mediateche sono oggi i garanti della conservazione di un patrimonio vasto ed eterogeneo, fruibile liberamente. Il gruppo di lavoro intende indagare le buone pratiche, nazionali e internazionali, per giungere a comprendere che tipo di contesto legislativo favorisca o permetta l'azione delle biblioteche sul versante della valorizzazione del patrimonio. L'indagine esplorerà la natura delle collezioni conservate in Italia e all'estero, le licenze in uso, le modalità di proiezione pubblica e i rapporti con altre istituzioni affini per l’organizzazione di attività culturali.

    Non trascurabile è l’evoluzione dell’audiovisivo sia nella sua gestione (archiviazione, catalogazione, information retrieval) che nella sua produzione, alla luce dell’evoluzione tecnologica apportata dell’intelligenza artificiale. Sarà altresì importante indagare quali sono i nuovi strumenti, gli ambiti di applicazione e le nuove skills richieste e le conseguenti ricadute in termini di investimenti e risultati attesi.


  9. Promuovere l'Open Access: una sfida per le biblioteche nell'era dell'interdisciplinarietà

     Coordinamento Benedetta Calonaci


    L'Open Access (OA) rappresenta una sfida e un'opportunità per le biblioteche, specialmente in un contesto interdisciplinare. 

    L'obiettivo di questo progetto è esplorare le modalità con cui le biblioteche possono supportare e promuovere l'OA, partendo dall'esperienza di OCLC Research espressa nel report "Improving Open Access Discovery for Academic Library Users. Un punto cruciale che emerge dal report di OCLC è la necessità di migliorare la visibilità e la fruibilità delle risorse Open Access per gli utenti delle biblioteche accademiche. Nonostante l'accesso aperto abbia il potenziale di rendere disponibile una vasta gamma di contenuti scientifici a un pubblico più ampio, il report sottolinea come molte di queste risorse rimangano spesso nascoste o difficili da individuare, soprattutto nei cataloghi bibliotecari e nelle piattaforme di discovery.

     

    Questo scenario si collega direttamente anche agli studi che evidenziano una disparità tra le discipline scientifiche e umanistiche nell'adozione dell'Open Access. Mentre le scienze esatte hanno storicamente abbracciato con maggiore rapidità i modelli OA, le scienze umane, più legate a pratiche editoriali tradizionali, hanno trovato più difficoltà a beneficiare di questi strumenti. Tuttavia, come suggerito dal report di OCLC, un miglioramento delle tecniche di scoperta può ridurre queste barriere e rendere l'Open Access un'opportunità concreta anche per i ricercatori umanistici.

     

    Le biblioteche hanno quindi un ruolo strategico nel colmare questo divario, non solo rendendo accessibili le risorse OA, ma promuovendo attivamente nuove strategie di scoperta e indicizzazione, come quelle suggerite dal report. La collaborazione tra biblioteche e piattaforme internazionali, tra cui OCLC, può essere fondamentale per affrontare queste sfide. L'implementazione di modelli di successo nelle scienze esatte può fornire spunti per sperimentare innovativi approcci di accesso e fruizione nelle discipline umanistiche, promuovendo la creazione di modelli di disseminazione della conoscenza più aperti e partecipativi. In questo senso, l'esperienza delle biblioteche olandesi analizzate nel report rappresenta un esempio prezioso. Esse hanno dimostrato come un approccio collaborativo e l'utilizzo di tecnologie avanzate per migliorare la scoperta delle risorse Open Access possa effettivamente abbattere le barriere tra la disponibilità e la fruibilità delle pubblicazioni. Seguendo questo esempio, le biblioteche italiane possono sviluppare nuove strategie che non solo facilitino l'accesso alle risorse OA, ma ne promuovano attivamente l'uso e la scoperta in ambiti interdisciplinari.


          

Si ricorda che per partecipare ai lavori dei gruppi è necessario

essere iscritti all’Associazione Biblioteche oggi. Puoi associarti qui.





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